venerdì 26 marzo 2010

E io non ho lottato per averla...

Una lettrice del blog mi ha mandato questo suo racconto, ve lo riporto in testo originale:

"Fissavo il pavimento per non incontrare il suo sguardo, quando mi accorsi che ero alle sue spalle, e non avrebbe potuto vedermi.
Seguii le linee delle mattonelle fino al suo collo, i miei occhi passeggiavano sulla sua schiena, salivano la scalinata di vertebre come per arrivare al tempio, come per arrivare a lei, per lasciarsi cadere sui peli chiari della nuca, come la pianta del piede nuda sull’erba fresca, i miei occhi avevano trovato la loro rugiada.

Mi avvicinai misurando con cautela ogni passo, portando la testa di lato per vedere se stava piangendo, in realtà volevo chiudere gli occhi e annusarla, tra il collo e l’orecchio, senza che se ne accorgesse, la mia presenza avrebbe inacidito il suo profumo, e io ne ero troppo avida.
Sbilanciai il busto in avanti, con gli occhi fissi sui suoi muscoli, per ritirarmi alla prima contrazione. Era davanti a me quella sera, vulnerabile e bianca, e io non ho lottato per averla.
Quando con il naso stavo per sfiorarle la pelle, ho notato il nervo sul suo braccio muoversi, e sentir sbattere la porta è stato un tutt’uno, un tutt’uno di distruzione.
Gli occhi hanno rincorso la sua scia, ma si sono incagliati nelle righe delle mattonelle, e non sono più riusciti a uscirne."

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